bookislife: #3 Intervista Alessio Filisdeo

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lunedì 24 ottobre 2016

#3 Intervista Alessio Filisdeo

Buon pomeriggio readers,oggi per voi una nuova intervista..questa volta l'autore con cui ho fatto una piacevolissima chiacchierata è Alessio Filisdeo autore del libro "Il risveglio della Cacciatrice" di cui vi ho parlato recentemente e che ho adorato specialmente per il Vampiro Nik,personaggio spavaldo e sopra le righe :)


Iniziamo


1. Ciao Alessio inizio con il domandarti chi è Alessio Filisdeo “persona” e non “autore”?

Al di là del mio essere autore, credo di potermi definire una persona simile a molte altre. Ho i miei sogni nel cassetto, le mie ambizioni e le mie preoccupazioni.
Cerco di destreggiarmi come posso tra la passione per la scrittura e alcuni lavoretti che mi permettano nel concreto di tirare avanti. Mi impegno sempre al meglio delle mie capacità e, quando qualcosa non va per il verso giusto, preferisco prenderla con ironia, o filosofia, per così dire, piuttosto che infuriarmi.
Sono anche un voracissimo lettore, un grande fan del Cinema e un discreto giocatore di videogames.

2. Quando è nata la tua passione per la scrittura? Hai altri sogni nel cassetto?

Penso di essermi avvicinato alla scrittura quando aveva circa quattordici anni, cominciando a impegnarmi nel concreto verso i sedici. Allora, come tanti altri autori e autrici, scrivevo per me stesso: classicissime storie fantasy, o ben più eccentrici racconti a base di supereroi e supercattivi.
I miei genitori erano in uso a regalarmi un libro a ogni compleanno, e se da bambino la cosa poteva risultare frustrante, crescendo mi sono reso conto di quanto questo abbia influito sul mio amore per la narrativa.
Il mio sogno nel cassetto è semplicemente quello di continuare a scrivere, magari a tempo pieno. Raccontare storie, metterle su carta, mi rende realmente felice, e penso sia magnifico potersi impegnare in un lavoro che ci fa alzare tutte le mattine col sorriso sulle labbra.

3. Com’è nata l’idea di questo romanzo? Descrivici in poche righe la tua visione di due dei suoi personaggi, cioè Nik e la Cacciatrice.

Il risveglio della Cacciatrice è un romanzo di genere Urban Fantasy a base di dannati, pupe e pallottole. L’idea era di capovolgere alcuni stereotipi, di prenderli in giro, e di giocare con essi così come avevo già fatto in parte in Una notte di ordinaria follia e Le follie del vampiro Nik.
Ci sono elementi splatter, horror e mystery, il tutto condito da una costante (auto)ironia nerissima e un senso del grottesco.
I due protagonisti rispecchiano appieno questi elementi.
Nik è un vampiro completamente pazzo, una sorta di psicopatico megalomane dal grilletto facile privo persino del più basilare concetto di moralità. È un non morto figlio degli anni Ottanta che si gode la sua immortalità incurante del prossimo, delle regole e della società che lo circonda.
Amanda Prince è, al contrario, una giovane cacciatrice dell’Ordine Templare, una vera e propria ammazzavampiri di professione. Ha alle spalle un passato non sempre piacevole, e davanti un futuro quanto mai problematico. A una prima occhiata potrebbe sembrare cinica ed esageratamente irriverente, ma sotto sotto possiede un animo romantico, quella scintilla di speranza che nonostante il mestiere che si è scelto (sempre che non sia stato il mestiere a scegliere lei) continua ad ardere in lei.
Entrambi questi personaggi, diametralmente opposti, rappresentano a modo loro le facce di una stessa medaglia, e più la storia si dipana più le differenze cominciano a farsi labili.
Del resto chi l’ha detto che deve essere sempre l’eroe positivo a redimere il cattivo? E se, per una volta, fosse il cattivo a convertire l’eroe? Sempre che si abbia piena coscienza di chi sia realmente chi…

4. A quale dei personaggi dei tuoi libri sei più legato?

Il vampiro Nik è stato, e lo è ancora, certamente uno dei personaggi più divertenti da scrivere. Mi ha tenuto lungamente compagnia facendomi sorridere spesso e volentieri.
Ci sono tuttavia molti altri personaggi a cui mi sento legato, personaggi e storie che ancora non hanno trovato pubblicazione, ma che rimangono saldamente ancorati ai miei ricordi: un cavaliere errante smarrito sull’isola di Avalon; una coppia di eleganti assassini nel bel mezzo delle Guerre Napoleoniche; una compagnia di individui dalle capacità fuori dal comune durante l’Epoca Vittoriana. E ancora i Sette Fratelli Antichi: le creature più terribili e affascinanti sulle quali ho basato gran parte della mitologia alla base dei miei racconti.
Come un padre, sono legato a tutti loro, finanche ai più malvagi e odiosi.

5. Quale invece pensi di somigli di più, magari caratterialmente?

Io e Nik abbiamo parecchie cose in comune, o almeno ce le avremmo se fossi anch’io un sanguinario non morto dedito all’uso smodato di alcol e droghe. Tra tutti i miei personaggi, è lui che sento più vicino al mio (ideale e liberatorio) modo di essere.
Tuttavia, come ripeto sempre in questi casi, c’è un po’ di me in tutte le mie creature di fantasia, da quelle più romantiche a quelle più spregevoli.

6. Adesso raccontaci quali sono state le difficoltà che hai riscontrato nella stesura dei tuoi libri.

Scrivere un libro, lungo o corto che sia, è sempre una sfida non indifferente.
Tempo e umore sono gli ostacoli più grandi da superare durante una stesura.
Spesse volte mi è capitato di partire con le migliori intenzioni e tutta la buona volontà di questo mondo, salvo “arenarmi” su alcuni capitoli anche per svariate settimane.
E poi c’è il finale: non so dire se sia solo una mia particolarità, ma ho notato che più mi avvicino alla fine di un libro più le mie energie vengono meno. Quando finalmente posiziono l’ultimo punto mi sento stremato. Non triste, o felice, oppure soddisfatto, ma semplicemente stanco.

7. Solitamente, quando e dove scrivi?

Scrivo quasi tutti i giorni, almeno cinque nell’arco di una settimana, solitamente per due o tre ore. Talvolta, in base agli impegni, posso arrivare anche a sei o sette ore filate, ma è abbastanza raro, ormai.
Lavoro al mio portatile, nella mia stanzetta: c’è silenzio, quasi sempre, è un’altissima libreria di legno che arriva fino al soffitto e contribuisce a creare la giusta atmosfera.

8. Raccontaci che tipo di scrittore sei. Ti fai guidare dall’istinto o magari segui uno schema ben preciso?

Istintivo, assolutamente.
Ho provato e riprovato a creare schemi, scalette, grafici o quant’altro, ma alla fine pur avendoli sotto gli occhi non li seguo mai.
Può sembrare un metodo caotico e confusionario, e forse anche più tedioso di quanto dovrebbe, ma sono un tipo che aspetta l’ispirazione del momento, che prende decisioni in base al sopraggiungere di un’idea improvvisa.
Questo significa per l’appunto che a volte sono quasi costretto a fermarmi per giorni, o settimane, ma preferisco così piuttosto che scrivere in modalità pilota automatico.

9. Un libro che ha avuto una grande influenza sulla tua vita?

Direi Il conte di Montecristo. Sono passati tanti anni da quando l’ho letto, e forse suonerà un po’ banale, o sciocco, ma davvero è un romanzo che insegna tantissimo, tanto da un punto di vista letterario quanto da un punto di vista umano.

10. Uno scrittore che consideri il tuo idolo?

Ce ne sono tantissimi. Potrei elencarne per pagine e farne una classifica in base al genere.
Se proprio dovessi sceglierne uno soltanto nominerei Stephen King: non è assolutamente il mio scrittore preferito, e non sempre apprezzo ogni sui singolo lavoro, ma è un autore incredibilmente appassionato e carismatico che come e più di altri ha dato vita a capolavori indimenticabili, veri e propri cult che sono entrati nell’immaginario collettivo.

11. Quali emozioni provi nel vedere i tuoi romanzi pubblicati e nel leggere le varie recensioni (nel bene e nel male)?

È sicuramente una grande emozione, la consapevolezza che i frutti del tuo lavoro possano essere condivisi e apprezzati (o meno) da altri. Provo orgoglio, piacere, e gratificazione personale, almeno nell’immediato. Poi sopraggiungere l’insoddisfazione, perché noi scrittori abbiamo sempre la cattiva abitudine di guardare avanti, di non fermarci, di cercare di più. Puntiamo costantemente alla prossima pubblicazione, al prossimo libro, al prossimo riconoscimento e così via.
Può essere una sensazione molto frustrante, a volte: non riuscire a godersi pienamente il momento.

12. La citazione per te più bella letta in un romanzo?

Il pensiero finale che Edmond Dantès, ne Il conte di Montecristo, rivolge ai suoi amici tramite una lettera. Lui parla di molte cose, anche di quelle terribili che gli sono accadute, ma conclude con un meraviglioso: Vivete dunque, e siate felici, poiché fino al giorno in cui Dio non si degnerà a svelare i segreti dell’avvenire, tutta la più alta sapienza dell’Uomo starà in queste due parole: “Attendere e sperare!”.

13. Quali caratteristiche deve avere secondo te un buon fantasy?

La prima cosa, la più ovvia, è quella che deve essere scritto bene, perché è la “voce” dell’autore a guidare l’immaginazione del lettore.
L’originalità aiuta senz’altro, ma non è essenziale: tanti stereotipi funzionano ancora ottimamente proprio perché raccontati in maniera degna.
Per il resto, sono soprattutto i personaggi a fare di una buona storia una storia indimenticabile. È su di loro che si devono investire le energie, sulla loro caratterizzazione e la loro profondità. Creare delle “figurine” usa e getta è sempre una pessima idea, e vale tanto per gli eroi quanto per gli antagonisti.

14. Hai intenzione di scrivere altri libri in futuro? Rimarrai sul Fantasy o proverai a cambiare genere e a cimentarti in una nuova avventura?

In realtà ho già scritto altri libri, prevalentemente di genere gotico, ambientati durante il XIX secolo. Purtroppo non sono stati ancora editi, ma spero di rimediare in un prossimo futuro.
Ho in programma un altro paio di avventure (sempre autonome, se non proprio autoconclusive) riguardanti il vampiro Nik, e un progetto molto ambizioso di genere Fantasy/Steampunk che da anni torna puntualmente a solleticarmi la mente.

15. Adesso concludo chiedendoti se hai dei consigli da dare a tutti gli aspiranti scrittori che proprio come te vogliono intraprendere questa strada.

Mi risulta difficile esprimere la mia opinione in merito senza dire cose che non sembrino frasi fatte, sentite e risentite. La verità è che prima ancora di cimentarsi nel mestiere dello scrittore, bisogna impegnarsi in quello di lettore. Leggere, leggere e ancora leggere. Tantissimo, sempre.
È un settore molto duro, questo, inutile girarci intorno. I tempi bui sono costantemente dietro l’angolo, e arrivare alla pubblicazione non significa automaticamente “avercela fatta”, anzi.
Occorre impegno, dedizione, entusiasmo e passione, soprattutto passione, perché senza di essa è inevitabile arrendersi.
Con questo non voglio assolutamente demoralizzare chi vorrà imbarcarsi in questa sfida, ma bisogna rendersi conto che una volta accettata non esistono mezze misure: o ci metti tutto te stesso, o è meglio non cominciare neppure. È necessario scommettere sulle proprie capacità, sul proprio futuro, e spesso mandare giù bocconi molti amari.
Se si è pronti ad affrontare tutto ciò, le soddisfazioni arriveranno senza dubbio!

Allora miei cari lettori,approfitto per ringraziare Alessio Filisdeo per avermi dedicato il suo tempo è stato un piacere conoscere qualcosa in più dell'autore che ha creato il Vampiro Nik,personaggio che adoro ufficialmente e che consiglio a tutti di conoscere :)

Alla prossima intervista readers :)


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